12 febbraio 2007

BRIGATE ROSSE: Il ritorno del partito armato

Mentre pensiamo e ci trastulliamo con le Veroniche ed i Silvi, o con i Dico, ex Pacs, con i pacchi di Rai Uno o con l’imminente, imprescindibile, festività di San Valentino, nell’ombra continua ad esserci chi fa terribilmente sul serio.
E’ notizia di queste ultime ore che la Digos, con una imponente operazione che ha visto impegnati contemporaneamente cinquecento uomini e che si è svolta a Milano, Torino, Padova e Trieste, ha arrestato quindici persone e, probabilmente, sventato la riorganizzazione delle Brigate Rosse.
A detta degli inquirenti ed il ministro Amato, queste nuove Brigate Rosse si chiamano “Seconda Posizione” e, come le altre, si ispirano al marxismo-leninismo, predicando la rivoluzione del proletariato e la presa comunista del potere.
Secondo il ministro dell’Interno l’organizzazione stava preparando un clamoroso attentato, che ora è presumibilmente da ritenersi sventato. Gli indagati, tra cui alcuni ex sindacalisti, sono accusati di ricostruire il vecchio partito armato” le Brigate Rosse”. Amato: «Forse sventato un attentato»
Operazione scattata all'alba, si è intensificata in diverse regioni del Nord Italia contro gruppi legati alla rinascita delle Br. Apprezzato dal ministro dell'Interno, Giuliano Amato: «Probabilmente questa volta siamo riusciti a prevenire un attentato brigatista. E lo abbiamo fatto grazie a due anni di indagini condotte con grande professionalità dalle Digos di Milano, Padova, Torino e Trieste, sotto la direzione dell'Ucigos, non senza l'importante collaborazione dell'intero sistema di sicurezza antiterrorismo, a cominciare dal Sisde. Per mesi i componenti di questa colonna brigatista sono stati sottoposti non solo a intercettazioni, ma anche a controlli ravvicinati quotidiani, facendo emergere prove sufficienti per arrivare al loro arresto. Era un'organizzazione strutturata e di forte pericolosità, ma i nostri uomini sono riusciti a intervenire prima che producesse danni seri». «È un successo importante - ha concluso Amato - all'interno di un'attività antiterrorismo che prosegue. L'azione di oggi, infatti, testimonia la presenza nel Paese di focolai brigatisti non ancora rimossi. Questo che abbiamo sgominato, lo sappiamo, non è l'ultimo».
Sono 15 le persone arrestate nel corso del blitz antiterrorismo nel Nord Italia e tutte sarebbero accusate di far parte di un progetto che avrebbe tentato di rilanciare le Brigate Rosse che facevano parte della cosiddetta «seconda posizione». L'operazione è scattata all'alba nel nord Italia. Molti gli indagati, accusati di appartenere a una formazione eversiva di stampo marxista leninista. Il reato è previsto dall' articolo 270 bis del Codice penale: associazione con finalità di terrorismo anche internazionale o di eversione dell'ordine democratico. Nel corso dell'operazione sono stati eseguiti anche arresti in esecuzione di provvedimento cautelare emesso dall'autorità giudiziaria di Milano. Oltre 80 le perquisizioni in varie regioni. Tra le prove raccolte dagli inquirenti, a quanto si è saputo, ci sono anche esercitazioni di tipo paramilitare che gli indagati avrebbero compiuto andando a sparare con armi corte e lunghe in zone di campagna. Queste esercitazioni sono state anche filmate.
Tra le persone arrestate c'è anche Alfredo D'Avanzo, 49 anni, ritenuto uno dei capofila di "Seconda posizione". D'Avanzo era stato condannato nell' 82 a dieci anni di carcere per rapina a mano armata ed era stato fermato il 20 gennaio '98 a Parigi su richiesta della magistratura italiana, e rimesso in libertà qualche giorno dopo dalla Corte d' Appello della capitale francese. Oltre a D'Avanzo, tra i destinatari dell' ordinanza cautelare in carcere firmata dal gip Salvini ci sono anche alcuni sindacalisti della Cgil, già sospesi.
L'operazione, spiega una nota, trae origine da una lunga inchiesta, coordinata dal sostituto procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Milano Ilda Bocassini, avviata nell'estate del 2004. Le indagini sono state condotte, sotto la direzione dell'Ucigos e dalle Digos di Milano, Padova e Torino, Trieste.
Nell'operazione, condotta congiuntamente dalle questure di Milano, Padova e Torino, avviata alle prime luci dell'alba, sono state compiute una ventina di perquisizioni nelle abitazioni dei giovani vicini al Centro sociale Gramigna di Padova, portando a termine sei arresti.
Leggere questa notizia mi rattrista tantissimo, mi riporta indietro di anni, gli anni che hanno segnato una storia del nostro paese, dove anch’io ero in prima linea. Mi aspettavo che i soliti "odiatori di professione" stessero tramando qualcosa. Del resto i loro cattivi maestri sono osannati, serviti e riveriti da tanta parte della sinistra, sinistrata, sinistrante. A questo punto mi chiedo cosa davvero pensi il Dott. Sottile e perchè stia ancora con una maggioranza pavida e, per molta sua parte, opportunista e giustificazionista nei confronti di certa "feccia". Ancora compagni che sbagliano? E in cosa di grazia? Pronti a sabotare lo Stato poichè a governare ci sono i loro “compagnucci” di merende. Non capisco e, ovvio, non mi adeguo.

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