6 dicembre 2006
Vasili MITROKHIN: il Dossier
*Molte vicende riguardanti le relazioni tra Kgb e i politici italiani sono di dominio pubblico, in quanto atto parlamentare. In questo senso una delle parti più pertinenti ai rapporti tra Italia e Urss è il resoconto della seduta dell'aprile del 2004 (la 58ma), in particolare sui rapporti tra Nomisma e l'Istituto Plekhanov (branca economica del Kgb), da pagina 45 in poi*
Non si chiama "archivio Mitrokhin" ma "materiale Impedian", è costituito in gran parte da fascicoletti di uno o due pagine, dal numero 1 giunto a Roma il 23 marzo del '95 a quello 261, "emesso il 10 novembre 1998". In tutto, 645 pagine di documenti inviati ieri alla Commissione stragi dalla Procura di Roma. Documenti zeppi di nomi di politici, giornalisti, diplomatici, funzionari dello Stato, di codici, di operazioni illegali e di "misure attive" poste in essere dal Kgb in Italia per oltre quarant'anni.
LA STRUTTURA DEL DOSSIER
Vasili Mitrokhin,ex-colonnello del temutissimo KGB (Komiter Gosudarstvennoi Bezopasnosti), il servizio segreto della ex URSS. Dal 1956 al 1984 ha prestato servizio presso gli archivi della sezione esteri. Grazie alla sua posizione ha potuto svolgere una certosina attività di trascrizione delle schede dell'archivio; 300 mila sono i documenti trafugati. Nel 1992, grazie al prezioso aiuto di un ex agente segreto inglese, Richard Tomlinson, è riuscito a fuggire in Inghilterra con il prezioso “carico”. I documenti che riguardano il nostro paese sono composti da 645 pagine (dagli anni '60 al 1991). Il servizio segreto britannico, l’ MI-5, ha iniziato a trasmettere al SISMI (Servizio Informazioni Sicurezza Militare) la prima parte di tali documenti nel 1995. L'archivista Vasili Mitrokhin non viene mai citato ma viene indicato come "fonte" e descritto come "ex ufficiale del Kgb di provata attendibilità". La "data dell'informazione" è "fino all'84", anno in cui Mitrokhin andò in pensione. Il frontespizio di ciascun fascicoletto contiene una avvertenza importante per il nostro servizio segreto di controspionaggio, il Sismi. "Attenzione: si fa presente che si tratta di fonte sensibile. Il materiale Impedian va tenuto e va visto solo da personale indottrinato. Nessuna azione va presa sulla scorta di questo rapporto o discussione/distribuzione del materiale Impedian al di fuori del Vostro servizio senza il consenso dell'originatore". Ecco perché la documentazione "top secret", cioè classificata come "segretissimo" in Gran Bretagna è stata consegnata alla magistratura solo dopo il via libera del governo britannico.
Lo stile è burocratico, secco e molto stringato. I fogli sono semplici fogli bianchi, tutti uguali, privi di qualsivoglia intestazione: niente firme, niente sigle. Fogli anonimi. I nomi citati sono centinaia e centinaia. Molti nomi in codice sono rimasti non identificati. Ma bisogna dirlo subito "non tutti i nomi sono spie", come ha affermato anche il consulente della Commissione stragi professor Victor Zaslavsky della Luiss, esperto di problemi riguardanti il Kgb e in genere di vicende legate al blocco sovietico.
I POLITICI
Armando Cossutta, Francesco De Martino, Jas Gawronski, Lelio Basso, Falco Accame, Michele Achilli e Giuseppe Avolio. Questi i principali uomini politici italiani che, secondo il dossier, sarebbero stati contatti del Kgb. Altri nomi figurano in codice, mentre anche Emanuele Macaluso è inserito nel dossier, ma con una scheda "contro", ovvero con pesanti riferimenti a vicende familiari personali.
La scheda di Cossutta, la 132, parla di "contatto confidenziale". In particolare si racconta di un incontro segreto avvenuto nel 1975 con l'ambasciatore sovietico in Italia Nikita Ryzhov. Anche De Martino, che è stato vicepresidente del Consiglio, è considerato "un contatto confidenziale del Kgb" ed ha svolto "diversi compiti, mirati ad influenzare l'opinione pubblica in Italia (non si hanno ulteriori dettagli)". Jas Gawronski, giornalista, europarlamentare di Forza Italia ed ex portavoce di Silvio Berlusconi a palazzo Chigi, figura con il titolo "coltivazione del Kgb". Accame nel 1977, quando era presidente della Commissione difesa della Camera, venne contattato dal Kgb e spinto a presentare un'interrogazione contro la presenza di sottomarini americani in Sardegna. Avolio secondo il dossier fu "coltivato" a Roma dal 1961 al 1965, tuttavia "si è rifiutato di approfondire il rapporto con il Kgb". Nel dossier viene indicato come "agente" anche Ruggero Orfei, ex consulente di Ciriaco de Mita a palazzo Chigi. E si parla di un contatto con il generale Nino Pasti.
LA GERARCHIA DELLE "SPIE"
Come si può vedere dalle indicazioni usate nel dossier per i politici, c'è una precisa gerarchia delle spie. Le spie vere e proprie, e cioè le persone che dietro compenso in denaro fornivano notizie,
sono quelli che nel gergo del Kgb sono definiti gli "agenti informatori confidenziali". Lo ha spiegato Zaslavsky il quale ha anche aggiunto che "il caso di Cossutta però è diverso perché lì veniva pagata la sua corrente".
L'episodio di spionaggio più clamoroso, secondo il consulente della Commissione stragi, è quello di un ingegnere che fornì informazioni riguardo un brevetto per un particolare tipo di gomma industriale. Questi ricevette un compenso di 50 mila dollari, ma all'ex Unione Sovietica fece risparmiare 16 milioni di rubli, necessari per la ricerca scientifica. Poi ci sono gli "agenti di influenza", la cosiddetta linea Pr (pubbliche relazioni) e cioè i giornalisti. Alcuni di essi risultano essere stati tra gli "agenti meglio remunerati" tra quelli che dipendevano dalla "residentura" appoggiata presso l'Ambasciata sovietica di Roma. Servivano proprio a veicolare le tesi del Kgb, meglio se su importanti quotidiani e riviste. Infine ci sono "i coltivati", cioè le personalità "corteggiate", ovvero quelle prescelte e contattate per un eventuale "aggancio".
I COMPITI DEL KGB
In più schede vengono riferiti i compiti che di volta in volta furono assegnati dal Centro al Residente del Kgb in Italia. Nel 1980 ad esempio giunse l'imput di "infiltrare" il Vaticano dopo l'elezione al soglio pontificio di Giovanni Paolo II, il Papa polacco, in coincidenza dei grandi sommovimenti popolari in Polonia e della nascita del sindacato Solidarnosc.
LE OPERAZIONI ILLEGALI E IL SABOTAGGIO
Un ampio capitolo è dedicato dal dossier a tutte le misure di sabotaggio, infiltrazione e appoggio ad operazioni illegali che erano state predisposte sul nostro territorio, compreso l'omicidio. Oltre alla mappa dettagliata dei nascondigli di armi occultate insieme a radiotrasmittenti, destinate alla cosiddetta Gladio Rossa.
LE DINAMICHE ALL'INTERNO DEL PCI
I fascicoli di Mitrokhin mettono in evidenza i rapporti contrastati tra l'ex Urss e il Partito comunista italiano, così come si sono dipanati nel corso dei decenni. Dalla richiesta di aiuto avanzata da Giorgio Amendola per contrastare un eventuale e temuto golpe in Italia, al tentativo di bloccare Enrico Berlinguer, screditando lo stesso segretario del Pci. Fino alle iniziative prese da Andropov per bloccare l'eurocomunismo.
LE BR E LA CECOSLOVACCHIA
Alcune schede di Mitrokhin riguardano i rapporti tra i servizi cecoslovacchi e le Brigate rosse.
Nel rapporto 143 viene riportato un episodio che nel nostro Paese era già noto attraverso il dossier inviato all'inizio del 1990 dal presidente cecoslovacco Vaclav Havel. E cioè che un dirigente del Partito comunista italiano (Salvatore Cacciapuoti) si era recato a Praga per sollecitare i cecoslovacchi a troncare qualsiasi rapporto con le Brigate rosse.
Mitrokhin aggiunge un particolare inedito e cioè che lo stesso ambasciatore russo a Roma, Nikhita Rykhov sospettava "che all'interno dell'ambasciata cecoslovacca ci fosse qualcuno che era in contatto con le Brigate rosse".
"LIBERO"
Libero, secondo le note del dossier, era il nome in codice di Lelio Basso. L'ex presidente del Psiup, ed ex segretario del Psi, risulta reclutato nel 1970 come "contatto riservato", ma contattato già nel 1963. "Basso - si legge nel rapporto Impedian numero 7 - fu gestito da un membro della Residenza del Kgb di Roma".
LE "MISURE ATTIVE" E IL CASO MORO
Nel giugno del 1978 (poco più di un mese dopo l'assassinio dello statista democristiano) il Kgb vara l'operazione Shporà ("Sperone"). Obiettivo: coinvolgere gli Stati Uniti nel caso Moro. Ne parla il rapporto Impedian 234. L'operazione riuscì.
M. Antonietta Calabrò
Il Corriere della Sera del 12 ottobre 1999
Gladio, piano Solo, golpes vari, dossier Mitrokhin...
le notizie del 2004: ottobre/dicembre
6 ottobre 2004 - MITROKHIN: DAI GIORNALI
"Il Gazzettino"
ESCLUSIVO Anticipiamo le conclusioni dell'inchiesta
Mitrokhin, i retroscena di uno scandalo italiano Roma
Sono clamorose le conclusioni del rapporto che la Commissione parlamentare d'inchiesta sul caso Mitrokhin sta per votare, e di cui il nostro giornale anticipa i passaggi-chiave. Il documento, ancora riservato, addebita al Sismi una censura sulle bozze del dossier Mitrokhin, inviategli dal servizio segreto inglese. La cancellatura più importante è sul ruolo nel Kgb di Armando Cossutta, ex dirigente del Pci poi diventato uno dei "padri" di Rifondazione e oggi leader dei Comunisti italiani. Il rapporto individua corrispondenze di date e avvenimenti fra l'insabbiamento di parti del dossier Mitrokhin riguardanti Cossutta, e il dietrofront di Rifondazione che nel '95 salvò il governo Dini ormai sull'orlo delle dimissioni, consentendo al centrosinistra di ottenere dal presidente Scalfaro il rinvio del voto anticipato.Il rinvio ha favorito la nascita dell'Ulivo che si è poi mantenuto al potere fino alle politiche 2001.
IL RAPPORTO LA COMMISSIONE PARLAMENTARE HA DICIANNOVE CERTEZZE Sono 19 le conclusioni alle quali arriva il "rapporto di metà mandato" della Commissione parlamentare d'inchiesta sul caso Mitrokhin. E sono conclusioni ancora riservate, che in queste ore stanno passando all'esame del voto. Ma i 19 punti cominciano tutti con due paroline che certificano come assodato dalle prove e dai fatti quanto dichiarato: "Vi fu...". Ecco, in sintesi, i punti acclarati dalla Commissione:
1) Vi fu la sostituzione del direttore del direttore della Prima divisione del Sismi da parte del direttore, generale Siracusa, 48 ore prima che il 28 marzo 1995 arrivassero i primi rapporti Mitrokhin da Londra.
2) Vi fu una paralisi dell'attività di controspionaggio su tutto il rapporto Impedian su preciso ordine emanato il 10 aprile 1995 dal nuovo direttore della Prima Divisione.
3) Vi fu una precisa scelta del Sismi di non incontrare "Impedian", ovvero l'ex agente del Kgb Vasilji Mitrokhin.
4) Vi fu un volontario fraintendimento circa il protocollo ordinario di salvaguardia della fonte, utilizzato come pretesto per tenere all'oscuro organi competenti per legge.
5) Vi fu l'estromissione per un anno, dal 16 maggio 1997 all'8 maggio 1998 della Prima Divisione del Sismi che ha competenza sul controspionaggio.
6) Vi fu l'estromissione della Polizia Giudiziaria pur a fronte dell'evidenza di numerosi reati trascritti nelle schede di lavorazione del Sismi.
7) Vi fu un pregiudizio concettuale che fece ritenere al Sismi l'assoluta inutilizzabilità di tutto il materiale Impedian per attività di controspionaggio.
8)Vi fu una completa e ingiustificata omissione di accertamenti investigativi sui pubblici funzionari indicati nel dossier Impedian che al momento dell'arrivo dei report rivestivano ancora ruoli di responsabilità in seno alla pubblica amministrazione, con un'anomala trattazione della posizione di due alti esponenti della diplomazia, uno con funzioni presso la Presidenza della Repubblica e l'altro con mansioni delicate all'interno del ministero delle Finanze.
9) Vi furono correzioni e interpolazioni preventive sulla stesura del saggio pubblicato dagli inglesi The Mitrokhin archive riguardo il denaro che il Kgb avrebbe versato "direttamente nelle tasche di Armando Cossutta" e riguardo al coinvolgimento dell'agente del Kgb Giorgio Conforto alias agente Dario nell'ambito delle vicende connesse al caso Moro: la mitraglietta Skorpion che lo uccise fu trovata a casa della figlia di Conforto.
10) Vi fu una precisa e deliberata scelta della direzione del Sismi di non formalizzare in alcun atto le comunicazioni pur previste dalla legge: queste scelte, unite all'avocazione e all'inattività, permisero di soffocare le evidenze di Impedian. "Vi fu, in sostanza, una condivisione delle scelte del Sismi da parte dei governi Dini, Prodi e D'Alema.
11) È certo che i presidenti del consiglio dal marzo 1995 all'ottobre 1999 non hanno mai ricevuto comunicazione "ufficiale" da parte del Sismi della produzione Impedian.
12) È certo che i ministri della Difesa dell'epoca non hanno ricevuto ufficialmente - come prevede la legge - comunicazione immediata dei fatti da parte del Sismi.
13) Vi fu un illegittimo "scavalcamento del Cesis omettendo così di coinvolgere un organo deputato a massima autorità politica con responsabilità sulla gestione dei Servizi segreti.
14) Vi fu un'incomprensibile esclusione del Sisde dall'apporto investigativo.
15) Vi fu una trattazione della pratica Impedian anomala anche in confronto con analoghi casi avvenuti in precedenza, come le operazioni denominate Ovation Rodo, Isba e Pravo.
16) Risulta che la pratica Impedian, in copia e anche in originale, classificata come "segretissimo", uscì per almeno tre volte dal Sismi in direzione dell'Autorità politica. Di queste uscite di materiale classificato non c’è traccia formale e protocollare negli atti del Sismi.
17) Vi fu sincronia di gestione dell'affare Impedian da parte dei direttori del Sismi. Le dichiarazioni davanti alla Commissione del generale Siracusa e del suo successore ammiraglio Battelli "hanno visibilmente mirato ad impedire la completa ricostruzione delle circostanze e depistare ulteriormente l'accertamento dei fatti".
18)È certo che gli abusi dell'operazione Impedian non sono state denunciate dal Comitato parlamentare di controllo sui Servizi perché non era al corrente di numerose risultanze emerse solo oggi grazie al lavoro della Commissione d'inchiesta.
19) È comprovata una precisa e determinata volontà dei premier Dini, Prodi, D'Alema e del vicepremier Mattarella di accreditare davanti alla Commissione la tesi di una validità formale e sostanziale dell'operazione Impedian così come gestita dai direttori del Sismi Siracusa e Battelli.
"I silenzi su Cossutta salvarono tre governi" Le conclusioni dell'inchiesta sulle spie sovietiche in Italia: dalle anticipazioni emergono clamorosi risvolti politici Le date e lo "sbianchetto". Sono questi i due pilastri su cui poggia il rapporto che la Commissione parlamentare d'inchiesta sul caso Mitrokhin sta per votare, e del quale Il Gazzettino è in grado di anticipare alcuni passaggi-chiave. Un rapporto ancora riservato, che in queste ore è oggetto di discussione tra deputati che minimizzano e senatori che ingigantiscono. È il destino di ogni commissione parlamentare: difficile che la verità sia unanime, accadde lo stesso ad esempio per la P2. Ma se la verità sancita dalla "Mitrokhin" sarà quella contenuta nel rapporto, quella di Licio Gelli e compari esce dal confronto come una semplice compagnia di burloni.
LA CENSURA Date e "sbianchetto", coincidenze e scolorina: elementi che tornano a galla quasi in ogni pagina del documento. Lo "sbianchetto" è quello utilizzato dal Sismi per operare una censura clamorosa sulle bozze del dossier Mitrokhin che il servizio segreto inglese, l'Mi5, aveva consegnato ai colleghi italiani per le "opportune verifiche". La cancellatura più eclatante che balza all'occhio riguarda il ruolo di Armando Cossutta, oggi presidente dei comunisti italiani dopo aver creato Rifondazione comunista e prima ancora aver rappresentato la linea filosovietica più ortodossa del Pci fino alla sua dissoluzione. Nell'autunno del 1998 lo storico inglese Christopher Andrew, incaricato di scrivere insieme a Vasilji Mitrokhin un saggio con tutte le rivelazioni dell'ex agente del Kgb, ha terminato il suo lavoro: le bozze vengono consegnate ai servizi inglesi che "girano" a quelli italiani le parti riguardanti il nostro Paese. La Commissione parlamentare d'inchiesta ha scoperto che dalle bozze rispedite a Londra un'operazione di "sbianchettatura" ha fatto sparire una frase: a pagina 790 si leggeva che "...se i fondi dell'Urss dovevano essere diretti verso l'Italia, questi dovevano passare attraverso le mani di Armando Cossutta esometimes directly into the pockets of Cossutta". La frase in corsivo, che tradotta dall'inglese significa "altre volte direttamente nelle tasche di Cossutta", non c'è più.
Possibile che il Sismi si incarichi autonomamente di operare simili censure senza informare di quanto emerge dall'archivio Mitrokhin le autorità che - per legge - dovevano essere informate? Possibile, secondo le deposizioni rilasciate in più occasioni dai protagonisti davanti alla Commissione. Ma qui entrano in ballo le date.
LE ORIGINI "I primi 30 rapporti del materiale consegnato da Mitrokhin all'Mi6 arrivano al Sismi nel marzo 1995 - si legge nel rapporto riservato che sta per essere votato dalla Commissione parlamentare - in un momento molto delicato in Italia sotto il profilo politico e istituzionale". È questa la chiave di lettura scelta dalla Commissione. Una chiave che porta a risultati clamorosi e inquietanti.
28 marzo 1995: quando mancano 48 ore all'arrivo dei primi 30report denominati Impedian (dal nome in codice dell'ex agente sovietico Vasilji Mitrokhin) già da qualche mese nelle mani degli inglesi, il direttore del Sismi generale Siracusa ordina la sostituzione del direttore della Prima divisione, colonnello Alberico Lo Faso. Al suo posto subentra il colonnello Luigi Emilio Masina, già capo del Raggruppamento centri di controspionaggio.
30 marzo 1995:i servizi segreti inglesi Mi5 inviano al Sismi le prime 30 schede, su 261 in totale che riguardano l'Italia.
10 aprile 1995: il nuovo capo della Prima divisione del Sismi, colonnello Masina, emana un ordine di servizio che di fatto paralizza "le attività di controspionaggio su tutto il complesso dei rapporti Impedian. L'ordine è rimasto valido fino alla fine di aprile del 1998".
6 ottobre 1995: l'Mi5 ottiene il report numero 132, quello che riguarda Armando Cossutta.
19 ottobre 1995: il Senato approva la mozione di sfiducia individuale contro il ministro della Giustizia Filippo Mancuso. Il partito di Rifondazione Comunista guidato da Cossutta e Bertinotti prosegue nella martellante richiesta di dimissioni del governo Dini e di nuove elezioni. Il partito è spaccato già da giugno, quando 19 parlamentari avevano fondato il gruppo dei Comunisti Italiani, determinante per la sopravvivenza del governo "tecnico" di Dini. Ma Cossutta già in luglio aveva accentuato la linea intransigente: "Le elezioni devono avvenire entro novembre per eliminare l'ipocrisia esistente che definisce il governo Dini un governo tecnico, mentre sappiamo benissimo che è un governo politico che, sotto l'aspetto tecnico, fa scelte politiche". E ancora: "Dini è quello che per il Portogallo fu Salazar: anche lui ministro delle Finanze, un bravo tecnico; poi in Portogallo non c'è più stata la democrazia per tanti, tanti anni. Forse Dini la pensa allo stesso modo".
23 ottobre 1995: l'assemblea dei 38 parlamentari di Rifondazione comunista decide all'unanimità di votare la mozione di sfiducia a Dini presentata dal centrodestra. Il voto è previsto per il 26 ottobre: la maggioranza di fatto non ha più i numeri per governare, sulla carta i deputati favorevoli alla sfiducia sono 316 e i contrari 308.
26 ottobre 1995: "Cinque minuti prima che alla Camera prendano il via il dibattito e la votazione sulla mozione di sfiducia al governo Dini - si legge nelle bozze del raporto -, Rifondazione inverte radicalmente e improvvisamente la propria rotta politica. È il presidente del Prc Armando Cossutta ad annunciarlo nella dichiarazione di voto: i deputati di Rifondazione non parteciperanno al voto e usciranno dall'aula". Motivo del dietro front? Cossutta lo spiega così: quella mattina Dini gli assicurò che si sarebbe dimesso il 31 dicembre 1995 "ed è ormai certo che si andrà a votare". Nessuna delle due certezze risulteranno poi corrispondenti a verità. Ma c'è di più: uscendo dall'aula, Cossutta annuncia di aver raggiunto un accordo - definito di "desistenza" - con le forze che da lì a qualche mese costituiranno l'Ulivo.
30 ottobre 1995: è la data ufficiale in cui l'Mi5 consegna al Sismi il report su Cossutta e sui suoi rapporti con i sovietici, secondo le dichiarazioni dei vertici. Ma non c'è nessuna certezza su questa data: basti pensare che - come vedremo - inspiegabilmente il Sismi non protocolla il report 132 su Cossutta fino all'8 novembre.
7 novembre 1995: il generale Siracusa, capo del Sismi, incontra ufficialmente il presidente del Consiglio Lamberto Dini "per informarlo dell'esistenza della produzione Impedian. Fra i rapporti di cui Siracusa fa cenno durante l'incontro è compreso anche il 132, uno di quelli riguardanti Cossutta, definito nelle ultime due righe "contatto confidenziale del Kgb" a Roma".
7 novembre 1995:nello stesso giorno Silvio Berlusconi sale al Quirinale per ricevere dal presidente Oscar Luigi Scalfaro la data in cui si terranno le elezioni come promesso qualche mese prima in cambio del via libera al governo tecnico di Dini. Invece si sente rispondere che di elezioni non se ne parla: Scalfaro non intende sciogliere le Camere ritenendo che ci sono i numeri per garantire una maggioranza.
8 novembre 1995: il Sismi si decide a protocollare il report 132 su Cossutta, a più di un mese dal momento in cui l'Mi5 è entrato ufficialmente in possesso del documento.
13 dicembre 1995: nasce l'Ulivo.
5 gennaio 1996: l'Mi5 ottiene il report 152. Si tratta delle 142 pagine del "Lexicon", il dizionario del Kgb che riporta 847 termini usati dall'intelligence sovietica per interpretare competenze e responsabilità specifiche. Da quel documento si potrebbe capire quale sia stato il ruolo di tutti i protagonisti nominati nelle schede in possesso di Mitrokhin.
29 febbraio 1996: il Sismi riceve il report 152. Per altri tre anni incredibilmente non viene tradotto perché, secondo la sorprendente annotazione apposta dal funzionario del nostro servizio segreto militare, "si tratta di un dizionario". "A meno di due mesi dalle elezioni dell'aprile 1996 - commenta il rapporto della Commissione parlamentare d'inchiesta - si poteva dunque avere la nozione esatta di che cosa il Kgb intendesse per "contatto confidenziale", com'era qualificato nel materiale Impedian il presidente del Prc Cossutta, l'uomo che rappresenterà il perno attorno al quale ruoterà l'intera attività del centrosinistra". Ecco cosa si leggeva nel Lexicon alla voce "contatti confidenziali": "Individui di nazionalità straniera che, senza essere fonti, comunicano agli agenti intelligence informazioni di loro interesse e soddisfano richieste confidenziali che in sostanza sono di natura intelligence, sulla base di affinità ideologica e politica, interessi materiali, amicizia o altre relazioni che hanno stabilito con gli agenti intelligence".
LE INCONGRUENZE
E qui i conti non tornano: Dini in due audizioni davanti alla Commissione ha ribadito che nell'incontro del 7 novembre 1995 il generale Siracusa accennò a generiche notizie relative a Cossutta e ai finanziamenti ai partiti "già oggetto di inchieste della magistratura". Ma la condotta attribuita dalla fonte Impedian a Cossutta di percepire fondi anche a titolo personale ("sometimes directly into the pockets...") "non era né coperta dall'amnistia per i finanziamenti percepiti dalle forze politiche fino al 1989 né era circostanza a quel momento nota alla nostra Autorità Giudiziaria, che anzi aveva archiviato le inchieste aperte su questo filone a partire dal 1991 per mancanza di elementi di prova". Adesso le prove ci sono, ma secondo il rapporto della Commissione, il Sismi le "sbianchetta". Perché?
Non è questo, il solo "perché" che non trova risposta; o se la trova, è una risposta sconcertante. In quegli stessi giorni di inizio 1996, infatti, l'Mi5 inglese offre per ben tre volte al Sismi l'opportunità di interrogare Mitrokhin, la fonte Impedian ancora coperta da segreto. E incredibilmente per tre volte il Sismi rinuncia. Ormai le elezioni sono alle porte, il voto della tarda primavera del '96 vede il successo dell'Ulivo anche grazie alla "desistenza" di Cossutta. Il dossier Mitrokhin resta ancora una nebulosa nelle mani di pochi. Tra questi pochi c'è anche il nuovo premier Romano Prodi che ufficialmente viene messo a conoscenza dell'esistenza dell'archivio da parte del generale Siracusa il 30 ottobre 1996. Ma "è certo - rileva la bozza di rapporto della Commissione - che i presidenti del Consiglio che si sono succeduti nel tempo dal marzo 1995 (Dini) all'ottobre 1999 (D'Alema) non hanno mai ricevuto "comunicazione ufficiale" da parte del Sismi della produzione Impedian, neanche quando furono individuati sul territorio nazionale depositi radio del Kgb". Lo stesso vale per i ministri della Difesa. E di quei pochi incontri protocollati ufficialmente (Dini, Prodi, Andreatta) i contenuti sono vaghi o presentano aspetti inquietanti: il ministro della Difesa Andreatta fu informato ufficialmente in una data non certa collocabile tra il 15 e il 26 ottobre 1996. Ma la data del 2 ottobre vergata a mano sia dal ministro che dal direttore del Sismi in calce a una lettera datata 26 ottobre 1996, è risultata falsa. Andreatta non può dare spiegazioni perché da tempo giace in stato di coma dopo l'ictus che lo colpì in Parlamento.
IL RIBALTONE
Trascorrono così due anni, fino a quando nell'ottobre 1998 le divisioni crescenti tra prodiani, dalemiani e Rifondazione portano alla caduta del governo Prodi. Ma anche in questo caso non si vota: Scalfaro non vuole. Alla bisogna di garantire i voti necessari a varare il "governo del Palazzo" guidato da D'Alema è nato un nuovo soggetto politico: il Partito dei Comunisti Italiani. A questa forza politica, "il cui leader indiscusso Armando Cossutta è indicato da Mitrokhin quale contatto confidenziale del Kgb, viene affidato il dicastero della Giustizia, nella persona di Oliviero Diliberto".
22 gennaio 1999: il Sismi avverte finalmente il Cesis e il ministero della Difesa della scoperta di armi e depositi radio del Kgb, ma tace su tutto il resto. Questo fa ritenere alla Commissione che la condotta del Sismi non fu casualmente sprovveduta, ma frutto di precisa scelta.
11 settembre 1999: sul Times di Londra esce la prima indiscrezione circa la prossima pubblicazione di un libro contenente un dossier chiamato "Mitrokhin" dal nome di un agente del Kgb fuggito anni prima in occidente.
24 settembre 1999: la Procura di Roma acquisisce per la prima volta il dossier Mitrokhin, nella versione "sbianchettata" preventivamente dal Sismi e apre un'inchiesta per spionaggio con decine di persone indagate.
8 ottobre 1999: il presidente del Consiglio D'Alema si dichiara disponibile a consegnare gli atti del dossier Mitrokhin al Parlamento, ma contrariamente a quello che avvenne per la P2, non la lista dei nomi.
7 maggio 2002: si insedia la commissione parlamentare d'inchiesta sul dossier Mitrokhin, formata da 20 deputati e 20 senatori. A presiederla è nominato il giornalista e parlamentare di Forza Italia, Paolo Guzzanti.
4 maggio 2004: la procura di Roma chiede l'archiviazione dell'inchiesta. Vasilji Mitrokhin non è mai stato interrogato e quindi non ha mai potuto convalidare le accuse contro gli indagati contenute dei report che lui steso aveva scritto.
Non è mai stato interrogato perché è morto ottantaduenne a Londra il 23 gennaio 2004: il Sismi aveva ricevuto le sue carte nove anni prima.
Giudizi pesanti del centrosinistra nel dibattito in Commissione che dovrebbe portare nei prossimi giorni al voto sulla bozza di relazione
"Tesi preconcette, giusta la prudenza del Sismi"
"Tesi preconcette, un disegno prestabilito basato su falsità, prove ignorate e documenti non presi in considerazione perché contrari al castello costruito". Il giudizio sul rapporto intermedio della Commissione Mitrokhin da parte dei parlamentari dell'opposizione è durissimo. In particolare, si punta il dito contro il presidente della Commissione Paolo Guzzanti, che in quanto giornalista ha in più occasioni pubblicato articoli in cui anticipava conclusioni e annunciava novità raccolte dall'inchiesta: "La proposta di relazione - rileva ad esempio la senatrice della Margherita Cinzia Dato - è infarcita di ipotesi e sospetti, di insinuazioni degne di romanzi di appendice(...)". Quanto al lavoro del Sismi, il centrosinistra lo difende in quanto "era assolutamente necessario procedere alla verifica dei report sotto il profilo dell'attendibilità" prima di relazionare ai vertici politici o eventualmente all'autorità giudiziaria. Da qui la cautela e i tempi lunghi. Allora perché non interrogare direttamente Mitrokhin? "In realtà l'offerta inglese di ascoltare l'archivista del Kgb fu accettata, non respinta". Semplicemente, "fu deciso di rimandare l'intervista nell'attesa del preannunciato arrivo di ulteriori report". E poi, altra obiezione dei Commissari del centrosinistra, il controspionaggio deve agire prioritariamente per prevenire eventuali danni nei confronti dell'Italia, non indagare su vicende che risalgono comunque al passato. "Peccato che il Sismi - ha ribattuto un Commissario del centrodestra, Fabrizio Cicchitto - abbia "accettato" di interrogare Mitrokhin dicendo agli inglesi che lo volevano portare davanti all'autorità giudiziaria italiana: chiaro che una battuta simile veniva detta per farsi dire di no, perché nessun Servizio offre una fonte e se la fa portare addirittura davanti all'autorità giudiziaria".
7 ottobre 2004 - MITROKHIN: COSSUTTA, QUERELO FELTRI PER UN MILIONE DI EURO
ANSA:
MITROKHIN: COSSUTTA, QUERELO FELTRI PER UN MILIONE DI EURO
SOLO CALUNNIE GIÀ SMENTITE - ORA SARÒ FINALMENTE UOMO RICCO
Armando Cossutta, presidente del Pdci, annuncia una querela da un milione di euro nei confronti di Vittorio Feltri e di "Libero" per quanto scritto stamani a proposito di possibili pressioni nei confronti dell'uomo politico a causa della sua presenza nei primi report del Dossier Mitrokhin.
Questo accenno e' presente nella relazione di Paolo Guzzanti che fa il punto su due anni di attività dell'organismo bicamerale d'inchiesta. "La campagna anticomunista di Vittorio Feltri e del suo giornale - afferma Cossutta - serve soltanto a rafforzare il prestigio dei comunisti quelli di ieri e quelli di sempre. Per quanto riguarda la mia persona non occorre che io risponda: e' la mia vita che smentisce ogni calunnia. Hanno comunque già risposto i nostri legali con una pesante querela, chiedendo ad ognuno dei giornali che hanno ripreso quelle calunnie danni per un milione di euro. E finalmente sarò un uomo ricco".
MITROKHIN:DILIBERTO, CONTRO COSSUTTA INFAME CAMPAGNA
"L'infame campagna anticomunista scatenata contro l'integerrima figura politica e personale del presidente del nostro partito, Armando Cossutta, non meriterebbe nemmeno una risposta se non chiamasse in causa anche la linea politica del partito".
Oliviero Diliberto commenta cosi' gli articoli di oggi su "Libero" e altri giornali che tornano su alcuni passaggi della relazione stilata da Paolo Guzzanti nella quale si avanza l'ipotesi di una sorta di "pressione" su Cossutta durante il governo Dini proprio mentre arrivavano a Roma le prime schede dell'archivio Mitrokhin.
"L'idea che ben tre governi della Repubblica siano stati tenuti in ostaggio, ed al contempo aiutati, con l'obiettivo di tenere nascoste presunte 'rivelazioni' contenute nel dossier Mitrokhin, e' semplicemente una colossale sciocchezza dettata da una bizzarra, patologica ossessione di quell'altrettanto bizzarro personaggio che e' Paolo Guzzanti".
Le ricostruzioni "fornite da Guzzanti, e riprese scelleratamente da alcuni giornali, sono destituite di ogni fondamento: basterebbe rileggersi gli atti parlamentari relativi alla vicenda del governo Dini che fu osteggiato in maniera asperrima dall'allora gruppo dirigente di Rifondazione comunista ed in particolare dal suo presidente Armando Cossutta, sino al punto da ottenerne le dimissioni nel dicembre del '95".
"La battaglia condotta da Armando Cossutta e da alcuni di noi fu a tal punto acuta da indurre un gruppo di deputati in disaccordo con quella linea, guidati dall'allora capogruppo Famiano Crucianelli, ad uscire addirittura dal partito. La montatura politica e' dunque evidente".
Le "calunnie personali" contro Armando Cossutta sono "smentite in maniera inequivoca dalla dirittura morale ineccepibile dimostrata in un'intera esistenza fondata sulla coerenza ed il rigore: di tali infamanti accuse i responsabili risponderanno di fronte alla giustizia italiana", aggiunge. "Ma la circostanza che oscuri personaggi impieghino tanto del loro tempo (nonché mucchi di denaro pubblico) per infamare i Comunisti Italiani, e' segno che facciamo ancora paura alla parte peggiore del Paese. E di ciò siamo orgogliosi".
MITROKHIN: FRAGALA', PERCHÉ NON PARLA BERTINOTTI?
"L'assordante silenzio di Bertinotti su Cossutta la dice lunga sulla vicenda Mitrokhin. Il presidente del Pdci ha ben poco da querelarsi contro la libera stampa che esercita il suo dovere di informazione". Il parlamentare di An, Enzo Fragala', capogruppo in commissione Mitrokhin commenta così le reazioni di Cossutta e Diliberto all'inchiesta condotta dal quotidiano 'Liberò sul presidente del Pdci nell'ambito della vicenda Mitrokhin.
"E' significativo - dice ai giornalisti - che la difesa d'ufficio, peraltro palesemente poco convinta, a favore di Armando Cossutta, la faccia solo il segretario dei Comunisti Italiani Oliviero Diliberto e non dica neppure una parola il capo di Rifondazione Comunista Fausto Bertinotti. Su quelle non più oscure vicende parlamentari che videro, sull'altare del sopravvivenza del governo Dini e del passaggio tra il governo Prodi e quello D'Alema, la spaccatura di Rifondazione Comunista e la creazione del partito cossuttiano, Fausto Bertinotti avrebbe tanto da dire e lo dice con il suo attuale assordante silenzio".
"Cossutta, dice il parlamentare di An - ha ben poco da querelarsi contro la libera stampa, che esercita il suo dovere di informazione rispetto a vicende che lo hanno visto protagonista non solo dell'inchiesta sul dossier Mitrokhin, dove in una scheda viene indicato come 'agente confidenziale', ma anche dell'inchiesta giudiziaria della Procura di Roma sui finanziamenti illeciti del Kgb allo stesso Cossutta e al Partito Comunista italiano e, infine, anche dell'inchiesta su Gladio Rossa".
MITROKHIN:GUZZANTI A DILIBERTO, SEI SIMPATICAMENTE ARROGANTE
" La mia più sincera umana simpatia per l'arrogante disperazione politica dell'onorevole Diliberto, disperazione comune a tutti coloro che non potendo contestare fatti incontestabili aggrediscono e insultano il Parlamento della Repubblica di cui la Commissione Mitrokhin e' attiva e laboriosa espressione".
Il senatore Paolo Guzzanti risponde all'onorevole Diliberto dopo le polemiche nate dalli articoli di "Libero" e di altri giornali che citano affermazioni presenti nella relazione stilata dal senatore di Fi.
"L'onorevole Diliberto -dice - ha perfettamente ragione nel definirmi bizzarro, perché tutta la mia azione in difesa e alla ricerca della verità e' purtroppo da considerare in un Paese come il nostro come una eccentrica bizzarria. Posso rassicurare Diliberto sul fatto che la mia bizzarria, dopo quarantadue anni di giornalismo nei più autorevoli quotidiani italiani e due e mezzo come presidente di una Commissione bicamerale parlamentare d'inchiesta deve ormai essere considerata sia cronica che recidiva, dunque pericolosissima per chi ha dedicato la propria vita politica a camuffare e insabbiare la verità".
MITROKHIN: RIZZO, CONTRO COSSUTTA PER DENIGRARE STORIA PC
"La campagna contro Armando Cossutta e' una mossa della destra per denigrare la storia e l'azione dei comunisti italiani ed ha il fine politico di creare una problema rispetto alla possibilità del centrosinistra di tornare a governare il Paese. Questi sono i fatti, il resto e' bugia e propaganda politica. Al Presidente dei Comunisti italiani va tutta la mia solidarietà politica". Marco Rizzo, Presidente della Delegazione dei Comunisti italiani al Parlamento Europeo interviene nella polemica sui riferimenti fatti nella relazione della commissione Mitrokhin ad Armando Cossutta, di cui parlano oggi alcuni giornali.
"Sono stato coordinatore della segreteria nazionale di Rifondazione comunista dal 1995. Sono stato coordinatore della segreteria nazionale dei Comunisti italiani dal 1998 al 2001. In tutte le battaglie politiche per tenere ferma la posizione dei lavoratori e per dare una possibilità di riuscita a governi di centrosinistra abbiamo sempre e solo usato un metodo chiaro e limpido".
La vicenda Mitrokhin - aggiunge infine - "non ha mai toccato lontanamente queste vicende politiche".
"Il Gazzettino"
IL CASO "A Londra cerchiamo altre carte di Mitrokhin" "Sui lavori della Commissione Mitrokhin c'è stato uno scandaloso silenzio stampa. Qui sono uscite cose che farebbero saltare per aria un Paese normale, e invece a cominciare dai Tg del presidente del Consiglio si è di fatto instaurata una congiura del silenzio. Ma tra qualche giorno la relazione che stiamo discutendo in Commissione sarà ultimata, e allora vedremo...". Paolo Guzzanti è presidente della Commissione parlamentare d'inchiesta sul caso Mitrokhin, ma oltre che senatore è anche giornalista: non vede l'ora di potersi togliere qualche sassolino dalla scarpa, lo farà quando il lavoro sarà finito e per ora vorrebbe limitarsi a commentare quel che ha letto sulGazzettinodi ieri. Cose che conosce benissimo, ovviamente. "In effetti avete colto due aspetti fondamentali dell'inchiesta. La concatenazione delle date in cui si sono svolti i fatti e certe "coincidenze" suggeriscono un ben preciso legame tra l'emergere del dossier Impedian-Mitrokhin e il passaggio di Cossutta da una posizione di estrema opposizione a Dini a una posizione di appoggio al governo tecnico voluto da Scalfaro, anche a costo di arrivare alla scissione di Rifondazione comunista con la nascita dei Comunisti italiani, per arrivare al sostegno a Prodi e a D'Alema".
In Commissione però alcuni parlamentari sostengono che sono congetture senza prove.
"I fatti incontrovertibili sono molti".
Ad esempio?
"Nel caso Impedian, e solo nel caso Impedian, sono state violate tutte le norme perentorie presenti nella legge 801 del 1977, che è quella nata sulla scorta delle polemiche che per anni hanno investito i servizi segreti italiani, con le vicende del Sid, del Sifar, delle varie "deviazioni"; si decise, una volta per tutte, che il Sismi deve obbligatoriamente avvertire sempre, in caso di acquisizione di notizie sensibili del controspionaggio, prima il ministro della Difesa, poi il Cesis e tramite questo il presidente del Consiglio. In commissione ho sventolato le carte che dimostrano che questa prassi è sempre, dico sempre stata seguita, tranne in un caso: il caso Impedian".
Non può essersi trattato "solo" di un errore del Sismi?
"Se così fosse non si sarebbero incartati in una serie di piccole menzogne durante le deposizioni in Commissione. Menzogne provate. È venuto fuori che l'allora ministro della Difesa Andreatta era l'unico che sapeva, guarda caso l'unico che - poveretto - non può parlare. Il direttore del Sismi Siracusa è venuto a dire che aveva parlato del caso Mitrokhin, ma solo a voce, ai vari presidenti che si sono succeduti. Dini sembrava di ricordare qualcosa, ma non ricordava bene. A Prodi, Siracusa dice di aver consegnato una lettera da fargli firmare, in piedi dietro una porta di palazzo Chigi, ma il premier si rifiutò: quando il Copaco gli chiese perché non abbia insistito, visto che si trattava di una cosa così importante, Siracusa disse: "E che dovevo fare, sdraiarmi per terra? Quello era il presidente del Consiglio..."".
Questo cosa dimostra?
"Che fin prima del primo giorno fu tutto predisposto affinché il dossier Impedian, cioè le elaborazioni fatte dagli inglesi delle rivelazioni e delle carte consegnate da Mitrokhin, venisse gestito secondo interessi politici. Sapevano che stavano arrivando le carte, non è un caso che abbiano rimosso il capo della Prima Divisione del Sismi 48 ore prima che le prime schede arrivassero da Londra".
Ma in molti hanno sostenuto che le carte di Mitrokhin fossero in realtà ben poca cosa.
"Peccato che inglesi e americani concordino che si è trattato della più grande inchiesta di controspionaggio del secolo. E su una cosa di queste dimensioni, in costante violazione della legge il Sismi non ha compiuto nessuna delle procedure che la legge 801 indica come tassative. È un fatto unico nella storia del servizi segreti".
Ci sono elementi che dimostrano come i vertici del Sismi si fossero in realtà resi conto di quel che avevano per le mani?
"Ne dico uno: la dottoressa Maria Buozzi, che era a capo di una delle sezioni del controspionaggio, appena arrivano le prime 30 schede, prende carta e penna ed emette un ordine con cui si fa divieto di attivare i centri di controspionaggio, se non su espressa autorizzazione del direttore del Sismi. Se davvero erano convinti che fossero bazzecole, perché trattare la cosa ai massimi livelli?".
Forse erano importanti ma non urgenti, in fondo l'Urss era ormai morta e sepolta da due-tre anni...
"Mitrokhin ha fatto luce su una massa di agenti del Kgb che hanno continuato a lavorare o nell'attuale servizio russo o per servizi di Paesi che hanno legami col terrorismo, ad esempio in Bosnia o in alcuni Paesi arabi. Gente che poi ha finito per avere legami con Al Qaida. C'era un ramo del Kgb che si occupava di organizzare il terrorismo nel mondo. Quelle di Mitrokhin non erano notizie buone per gli storici, ma per l'attualità. Tant' è vero che tra 10 giorni una delegazione della Commissione andrà a Parigi per cercare di interrogare il terrorista Carlos".
Avete ricostruito tutto ciò che è stato cancellato dal Sismi?
"Pensiamo che ci sia anche dell'altro. Il Sismi ha avuta una meticolosa cura omissiva e censoria. A tal punto quelle carte "non interessavano", che hanno lavorato di forbici e sbianchetto in una misura impressionante. Sono state omesse i due quinti delle informazioni: ad esempio, tutte le notizie utili al riconoscimento dei coinvolti".
Sperate di trovare qualcosa di nuovo a distanza di tanto tempo?
"Stiamo aspettando che rientri da Londra una missione del Sismi che ha avuto l'incarico formale di andare da a vedere se c'era dell'altro oltre ai 261 reports inviati all'epoca. C'è infatti il sospetto che gli inglesi, appena entrati in possesso del materiale, abbiano chiamato i vertici dei vari Servizi alleati, consegnando in via informale l'elenco del materiale che li interessava: "questa roba riguarda voi, diteci cosa vi serve che la sviluppiamo". Quindi le schede arrivate sono solo le parti che sono state sviluppate. Almeno, così è avvenuto per gli altri Paesi".
E cosa potrebbe esserci di più importante di quel che già si è saputo?
"Vedremo: visto come hanno trattato queste schede, qualche sospetto è legittimo. Come mai i report su giornalisti e politici vengono avocati dal direttore del Sismi, se questi le giudica "poca cosa"?".
Da questo quadro i vertici del Sismi dell'epoca risulterebbero o incapaci o in malafede. Che fine hanno fatto?
"Il generale Siracusa è stato nominato da D'Alema comandante dell'Arma dei Carabinieri cancellando una regola in vigore dopo lo scandalo De Lorenzo in base alla quale chi ha guidato il Sismi non può comandare l'Arma; è stato poi confermato per un secondo mandato, anche questo per la prima volta nella storia, e per di più quando aveva già superato i limiti di età. L'Ammiraglio Battelli è Consigliere di Stato".
Ario Gervasutti
7 ottobre 2004 - GLADIO: IL 9 OTTOBRE ASSEMBLEA ASSOCIAZIONE EX VOLONTARI
ANSA:
GLADIO: IL 9 OTTOBRE ASSEMBLEA ASSOCIAZIONE EX VOLONTARI
IN PROGRAMMA ANCHE IL RINNOVO DELLE CARICHE
E' fissata per il 9 ottobre a Ziracco (Udine), l'assemblea generale dell'Associazione Italiana Volontari Stay Behind, che riunisce gli ex appartenenti della disciolta struttura militare più nota come Gladio.
L'associazione era stata costituita dieci anni fa a Redipuglia (Gorizia), e aveva tra i suoi dichiarati intenti quelli di "difendere e diffondere le motivazioni ideali" che ispirarono l'adesione volontaria alla struttura Stay Behind e difenderne "la reputazione e l'onorabilità contro ogni forma di denigrazione". Questa sarà dunque l'assemblea del decennale, che dovrà anche rinnovare le cariche interne. Attuale presidente e' Giorgio Mathieu, di Pinerolo (Torino), che ricopre l'incarico ormai da sei anni.
Il giorno successivo, presso il cimitero di Cividale del Friuli, si terrà una cerimonia commemorativa per il Col. Aldo Specogna che, oltre che combattente della guerra partigiana, fu comandante della zona Nord-est della struttura Stay Behind.
La cosiddetta Gladio - oggetto negli anni Novanta di quella che Mathieu ha anche recentemente definito una persecuzione politica e giudiziaria - era sorta nel secondo dopoguerra nell'ambito dei servizi di sicurezza militare, analogamente a quanto avvenuto in altri paesi Nato, con il compito di operare in clandestinità in caso di invasione nemica.
7 ottobre 2004 - PAOLO EMILIO TAVIANI
ANSA:
PERSONAGGI/ PAOLO E. TAVIANI, MINISTRO ED ESPERTO DI COLOMBO
Partigiano, ministro, massimo esperto di Cristoforo Colombo: Paolo Emilio Taviani fu una delle figure più rappresentative della cultura italiana del Dopoguerra.
Nato a Genova nel 1912, Taviani, insieme al compagno di partito Zaccagnini, fu uno dei più importanti dirigenti democristiani che presero parte attivamente e in maniera determinante alla Resistenza. Fu la voce del futuro senatore, infatti, ad annunciare via radio ai genovesi che la città era insorta e si era liberata dal giogo nazi-fascista.
Che la cultura avrebbe caratterizzato tutta la sua esistenza era facile intuirlo anche dal suo grado di istruzione: Taviani conseguì infatti quattro lauree, in giurisprudenza, scienze politiche, storia ed economia. Proprio alla Facoltà di Economia di Genova Taviani ottenne la sua prima cattedra, mentre nel 1949 fu per breve tempo segretario politico generale della Dc.
Eletto alla Camera nel 1948, verrà riconfermato a Montecitorio in tutte le successive consultazioni elettorali fino al 1976. In quell'anno, passa al Senato dove viene rieletto ininterrottamente fino al 1987. Nel 1991 l'allora Presidente della Repubblica Francesco Cossiga lo nomina Senatore a vita.
Nel 1951 viene nominato Sottosegretario agli Esteri nel VII Governo De Gasperi. Nel 1953 (VIII De Gasperi) diventa ministro del Commercio Estero. Nel governo Pella (1953) passa al Ministero della Difesa, carica che manterra' fino al governo Zoli (1957) indipendentemente dai cambi di governo e di maggioranza (I Fanfani 1954, Scelba 1954, I Segni 1955). Secondo quanto testimoniano storici e commentatori e' in questi anni che si avvicina a Gladio.
Nel 1959 Taviani ritorna al governo come Ministro del Tesoro del II Governo Segni. Nel 1960 e' Ministro del Tesoro con Tambroni e nel III Governo Fanfani. Nel 1962 sempre Fanfani forma il suo primo governo con il sostegno dei parlamentari socialisti e Taviani e' Ministro degli Interni, carica che manterra' nei successivi tre governi presieduti da Aldo Moro (1964-1968).
Dopo le elezioni del 1968, Moro lascia la guida del governo a Rumor e Taviani e' Ministro per gli Interventi straordinari nel Mezzogiorno. Nel 1969 Rumor forma il suo II Governo di cui Taviani e' Vicepresidente. Nel successivo III Governo Rumor (1970) abbandona la Vicepresidenza e torna ad occuparsi degli Interventi straordinari nel Mezzogiorno, carica che ricoprira' anche nel successivo Governo Colombo (1970). Nei due governi Andreotti di centro-destra (1972) e' Ministro del Bilancio (nel II Andreotti assume anche l'interim del Mezzogiorno). Taviani ritorna ad occupare la carica di Ministro degli Interni che manterra' nei due consecutivi governi Rumor (Rumor IV 1973, Rumor V 1974. Questi sono gli ultimi due incarichi di Governo ricoperti da Taviani, poco prima dell' avvento delle Brigate Rosse.
Dopo essere stato anche vicepresidente del Senato, il politico e' morto nel 2001, non prima di aver pronunciato, in qualità di membro anziano del Senato, un accorato discorso sull' origine della democrazia repubblicana.
9 ottobre 2004 - SELVA: IN UNA CASSA I SEGRETI DEL PCI
ANSA:
SELVA: IN UNA CASSA I SEGRETI DEL PCI
INTERVISTA A LIBERO
"C'e' una cassa, nel sottoscala di un ex ufficio governativo di una capitale dell'est europeo. Si tratta di documenti risalenti alla guerra fredda: bollette, ordini di pagamento, ricevute di versamenti". Il presidente della Commissione Esteri della Camera e deputato di An, Gustavo Selva, in un'intervista a LIBERO parla di presunti finanziamenti dell'Unione Sovietica al Pci, di Armando Cossutta e dell'inchiesta Mitrokhin.
"Spero di riuscire a poter rendere pubblico questo materiale entro tempo ragionevoli... un mese. Mi sembra che l'inchiesta Mitrokhin stia producendo risultati non da poco. L'insabbiamento vi fu, eccome. In quel momento - ricorda Selva - governava Dini, e Cossutta, che avrebbe potuto contribuire a sfiduciarlo, all'ultimo momento cambiò idea e decise che Dini doveva rimanere al suo posto. (...) Quei soldi che arrivavano dal Pcus servirono a finanziare battaglie antioccidentali come quella contro i missili a Comiso, servirono a costruire false accuse contro gli americani durante la guerra di Corea. (...) Per non parlare delle case editrici, la Editori Riuniti e Rinascita, ad esempio, ma anche le scuole di partito, la Cgil, le cooperative rosse".
"Quella del Pci - continua Selva - fu un'attività di spionaggio a volte condotta in maniera perfino troppo disinvolta. Si facevano pagare per notizie che in realtà erano riportate dalla stampa. (...) c'e' ancora molto materiale su cui indagare. Oggi parliamo del dossier Mitrokhin. Ma e' proprio sicuro che la verità sia contenuta solo lì dentro?", conclude il deputato di An.
9 ottobre 2004 - GLADIO: EX VOLONTARI CHIEDONO STATUS MILITARE
ANSA:
GLADIO: EX VOLONTARI PUNTANO A NUOVA STORIOGRAFIA
E INSISTONO SU RICONOSCIMENTO STATUS MILITARE
L' associazione degli ex volontari di Gladio compie dieci anni e rilancia da Ziracco di Remanzacco (Udine), dove si e' svolta oggi l' assemblea annuale, l' obiettivo del riconoscimento dello status giuridico di militari per tutti i civili appartenenti alla struttura.
Ma la struttura - nata negli anni Cinquanta, nell' ambito dei servizi di sicurezza militari, per operare in clandestinità in caso di invasione nemica - cerca anche, assegnando le prime borse di studio a giovani neolaureati e organizzando i primi convegni, di costruire una nuova storiografia che porti alla luce una verità storica che, sottolineano gli ex volontari, e' stata messa a tacere dalle offensive politiche e giudiziarie dello scorso decennio.
L' obiettivo più generale che l' associazione di volontari Stay Behind si pone e', insomma, quello di continuare a lavorare per il riscatto dell' immagine della struttura dopo "la potente campagna di disinformazione - ha rilevato il neo confermato presidente, Giorgio Mathieu - condotta contro di noi dal 1990 in avanti". Campagna "definitivamente smentita - ha riconosciuto - dalla sentenza della Corte di Assise di Roma del 2001 che sancì, con il proscioglimento dell' ammiraglio Fulvio Martini, del Generale Paolo Inzerilli e del Col. Gianantonio Invernizzi dalle ultime accuse, la legittimità dell' organizzazione".
E così oggi sono state assegnate tre borse di studio ad altrettanti studenti laureatisi con tesi volte a ricostruire appunto la complessa realtà storica dell' organizzazione Stay Behind. Tesi giudicate da una commissione di cui ha fatto parte anche il generale Inzerilli, che oggi ha illustrato i contenuti dei lavori premiati senza rinunciare ad alcune puntualizzazione critiche. Sono stati inoltre annunciati due convegni sulla storia di Gladio, in programma il 5 novembre a Pinerolo (Torino) e successivamente a Pordenone.
Quanto al riconoscimento di status di militari, e' l' obiettivo di una proposta di legge per la quale l' associazione, dopo il mancato incontro richiesto negli anni scorsi al Presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi, intende ora avviare una raccolta di firme tra i parlamentari, in maniera trasversale tra le forze politiche. "La proposta di legge - ha precisato Mathieu - e' composta di tre articoli, il primo dei quali relativo appunto allo status di militari che dovrebbe essere riconosciuto a tutti i 622 ex appartenenti a Gladio (fra cui anche 17 donne), in quanto la presenza della struttura era nota al Ministero della Difesa ed era dipendente dai servizi segreti militari". Gli altri due articoli sono invece relativi al riconoscimento del distintivo dell' associazione (in cui figura la scritta "Silendo libertatem servo") e dell' associazione d' arma.
"Ma vogliamo chiarire - ha detto ancora Mathieu - che non chiediamo ne' pensioni ne' alcun tipo di riconoscimento economico". "Del resto - ha precisato - i volontari di Stay Behind non godevano di alcuna retribuzione ma solo di rimborsi spese".
Infine, un rammarico perché, con lo scioglimento dell' organizzazione nel 1991, il patrimonio di conoscenze e professionalità, nel campo della guerra non convenzionale raggiunto dagli aderenti, non e' più stato utilizzato. "Non abbiamo mai avuto obiettivi che fossero legati alla politica interna italiana - ha sottolineato Mathieu - ma eravamo addestrati per organizzare una resistenza clandestina in caso di invasione. Dopo la caduta del muro di Berlino, alcuni di noi avrebbero ancora potuto svolgere un ruolo di supporto ai servizi segreti, per esempio nelle indagini su eventuali nuclei di terrorismo islamico in Italia".
Un concetto ripreso anche dall' editore Francesco Gironda, ex portavoce dell' associazione. "Quanto abbiamo visto i primi attentati in Iraq - ha sottolineato - c' e' stato facile prevedere tutto ciò che poi e' accaduto, secondo le regole della guerra non ortodossa. Gladio aveva un grande patrimonio di conoscenze in questo campo, che ora l' Italia ha perduto".
All' assemblea, alla quale hanno partecipato una cinquantina di persone, e' giunto anche quest' anno il messaggio di saluto del senatore Francesco Cossiga, da sempre vicino all' organizzazione e lui stesso coinvolto e prosciolto, dopo essersi autodenunciato, dalle accuse più gravi contestate agli ex appartenenti di Gladio.
GLADIO: INZERILLI, NON ERA CONTRO MINORANZA SLOVENA
Non era negli scopi di Gladio operare in alcun modo contro i diritti della minoranza slovena in Italia: lo hanno detto sia il presidente degli ex volontari di Stay Behind, Giorgio Mathieu, sia il generale Paolo Inzerilli, che oggi hanno partecipato all' assemblea annuale dell' associazione.
L' incontro si e' svolto a Ziracco di Remanzacco (Udine), a pochi chilometri dal confine sloveno e da un' area in cui alcuni ritengono che anche la presenza di Gladio abbia contribuito a un clima generale di limitazione dei diritti di espressione della minoranza slovena che vive nella zona.
"Non c'e' mai stata alcuna attività né finalità del genere - ha detto Inzerilli - e posso dirlo per certo, visto che mi sono studiato tutte le carte relative alla storia di Stay Behind".
Poteva però "esistere in qualcuno - ha proseguito - una mentalità difensiva nei confronti di una parte della minoranza che negli anni '50 poteva appoggiare le rivendicazioni titine in Italia. Che poi qualcuno, dopo qualche bicchiere in osteria, usasse accenti antislavi - ha concluso - e' un' altra cosa. Ma Gladio non c' entrava proprio".
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