14 novembre 2006
Iran: dopo 12 anni chiesto il provvedimento di arresto per Rafsanjani.
Il magistrato argentino Rodolfo Canicoba Corral ha emesso un mandato internazionale di arresto per l'ex presidente iraniano Akbar Hashemi Rafsanjani e altri alti dirigenti iraniani per l'attentato del 18 luglio 1994 contro la sede, di Buenos Aires di un'associazione ebraica di mutuo soccorso “Amia” (massima istituzione ebraica del paese latinoamericano) ha chiesto al governo di Teheran e all'Interpol la consegna dell'ex presidente che deve rispondere dell'accusa di "crimini contro l'umanita'". Nell’attentato persero la vita 85 persone e altre 300 rimasero ferite.
Oltre all'ex presidente iraniano, sono ricercati anche l'ex ministro degli Esteri, Ali Akbar Velatati, l'ex ministro dell'Intelligence, Ali Fallahian, l'ex comandante dei Pasdaran, generale Mohsen Rezaii, l'ex comandante delle Brigate Al Quds, generale Ahmad Vahidi, l'ex ambasciatore in Spagna e Argentina, Hadi Soleymanpour, i diplomatici Mohsen Rabbini e Ahmad Asghari, nonché l'esponente dell'ala militare degli hezbollah, il libanese Imad Mughnieh. ''Questi mandati non hanno alcun valore giuridico, in quanto si basano sulle informazioni classificate che la Cia e il Mossad hanno passato ai giudici argentini''. Così ha commentato la notizia l'ex comandante dei Pasdaran, generale Mohsen Rezaii, attuale Segretario Generale del Consiglio per il discernimento dello Stato, Teheran non ha nemmeno gradito le dichiarazioni di Kofi Annan, il segretario uscente delle Nazioni Unite, al termine dell'incontro che a Montevideo ha avuto con alcuni leader ebrei argentini. Annan, secondo quanto riferisce la stampa argentina, avrebbe garantito "la piena collaborazione delle Nazioni Unite per l'esecuzione di questi mandati di cattura internazionale". "Tutti i paesi che hanno firmato la Convenzione sulla lotta al terrorismo- avrebbe detto il segretario uscente- hanno l'obbligo di arrestare queste persone e consegnarle alle autorità argentine".
Nelle 800 pagine del rinvio a giudizio, si fa l'ipotesi che le massime autorità della Repubblica Islamica, riunite nell'estate del 1993 a Mashad, nell'Ovest del paese, abbiano pianificato l'attentato contro la sede dell'Amia, e quello contro l'ambasciata israeliana a Buenos Aires in risposta alla decisione del governo argentino dell'epoca (il presidente era Carlos Menem) di non onorare il contratto di forniture di materiale nucleare all'Iran.
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