25 novembre 2006

Aula Giuliani, un generale scrive al presidente della Repubblica


A Onorevole Giorgio NAPOLITANO
Presidente della Repubblica Italiana
Palazzo del Quirinale 00100-ROMA


E, per conoscenza

Onorevole Franco MARINI
Presidente del Senato della Repubblica
Palazzo Madama 00100-ROMA

Onorevole Fausto BERTINOTTI
Presidente della Camera dei Deputati
Palazzo di Montecitorio 00100-ROMA


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mi permetto inviarLe questa mia nella smisurata presunzione che possa, prima o poi, raggiungere la Sua scrivania. Ciò nella migliorata sensibilità delle Istituzioni ed in coloro che le tutelano. Le dirò che quando, giovane trentatreenne, ebbi l’avventura di scrivere a ben due Capi dello Stato (le motivazioni erano molto serie, mi creda) ebbi una delle più grandi delusioni della mia vita che, oggi sessantunenne, non riesco a dimenticare: le risposte-non risposte, inviatemi da incolori segretari della Presidenza della Repubblica, non giovarono alla considerazione degli uomini che allora erano considerati garanti dei cittadini che a Loro si affidavano con fiducia.

Quando, qualche giorno fa, mi dissero che un’aula del senato della Repubblica era stata intitolata a Carlo Giuliani (La prego, Signor Presidente, non mi cestini già a questo punto. Devo ancora chiederLe un po’ del Suo tempo) credevo che si trattasse di uno scherzo provocatorio e, certo, di cattivo gusto. Il senato della Repubblica sentiva il bisogno di dedicare un’aula a Carlo Giuliani: quale avrebbe potuto essere una motivazione condivisibile? Avevo tanto pensato, già tempo fa (da buon genovese), a che cosa scrivere, a queli domande fare al Sindaco Pericu quando si paventava la possibilità di intitolare Piazza Alimonia a Genova al ragazzo morto durante le manifestazioni durante le quali, a sua maniera, cercava di esprimere il suo tipo di libertà contro chi, per una perversa mentalità, si dedicava alla difesa dei cittadini. Lasciai perdere: sapevo che sarebbe stato tempo sprecato (tra l’altro quanto accaduto in senato ritengo sarà un buon viatico per il sopra citato sindaco che potrà tornare alla carica e, finalmente, riuscire a coronare il desiderio dei genitori del ragazzo e di una sparuta minoranza della cittadinanza, ma tant’è …).
Ho voluto controllare immediatamente l’inattendibilità della notizia interpellando nostra madre internet: questo ciò che immediatamente acquisisco:
1. in occasione della nomina della Signora Heidi Giuliani a senatrice: “è cosi che vogliamo ricordare Carlo Giuliani: non solo come un ragazzo che non c’è più, ma come testimone della voglia di cambiamento e della spinta a incrinare un intero sistema di potere che animano le nuove generazioni” conclude Russo Spena che annuncia la decisione del gruppo di intitolare a Carlo Giuliani la sede dell’Ufficio di presidenza del gruppo.

Signor Presidente, riesce ad aiutarmi Lei? Mi autorizzerebbe a dire ai miei figli che, qualora “animati dalla voglia di cambiamento e dalla spinta a incrinare un intero sistema di potere” possono sempre indossare un passamontagna, brandire un estintore e minacciare di morte un esponente delle forze dell’ordine, dicendo loro che, dovessero subire la reazione dell’aggredito e soccombere, potranno sempre contare sull’intitolazione dei un’aula presso il Senato della Repubblica e di un permanente “santuario” nel luogo del vigliacco eccidio? Non solo, potrò loro dire che il loro papà potrà diventare senatore della Repubblica invece che rimanere uno squallidissimo ufficiale degli alpini in pensione che ha cercato di insegnare loro quale ricchezza nascondono l’onestà, la correttezza, il rispetto degli altri e tutte queste storie di altri tempi e, quindi, da dimenticare?
Naturalmente nella Sua risposta, Signor Presidente, dovrà tenere conto di alcune peculiarità mie e dei miei figli che potrebbero vanificare le mie fantasie: per quanto mi riguarda, sono stato, per tutta la vita, quel che veniva una volta (dizione tornata in auge quando ci si riempie la bocca di tante belle parole) definito “servitore dello Stato” essendo un “improduttivo!” (e di peggio) ufficiale degli Alpini e non già un rispettabilissimo sindacalista in difesa degli interessi …; e per quanto riguarda i miei figli, hanno avuto la “sfortuna” di avere dei genitori, una casa ove ricoverarsi in luogo dei sottopassi stradali e, “cosa quanto mai infamante”, non si sono mai trovati nelle condizioni di doversi drogare. Ciò dico per amore di verità e non veda in questo, Signor presidente, alcuna provocazione: questa è la cruda realtà della vicenda di cui tratto abusando della Sua pazienza;

2. e ancora “Apprezziamo profondamente – affermano in una nota il presidente del Prc-Sinistra europea al Senato Giovanni Russo Spena e i vicepresidenti Rina Gagliardi e Tommaso Sodano – la limpida posizione del presidente della repubblica a proposito del nostro diritto a intitolare a Carlo Giuliani una sala del nostro gruppo parlamentare. Non avevamo del resto mai avuto dubbi sulla sensibilità e correttezza istituzionale del capo dello stato”. Intendiamo ribadire – prosegue la nota dell’Ufficio di presidenza del gruppo del Prc – che non c’è alcuna contraddizione tra la dedica della sala a Carlo Giuliani e la convinta solidarietà con le famiglie degli esponenti delle Forze dell’ordine caduti nell’adempimento del loro dovere. Chi denuncia questa inesistente contraddizione lo fa solo per scopi palesemente strumentali e propagandistici”.

Cioè, Signor Presidente, pensa davvero anche Lei che sarei animato da scopi palesemente strumentali e propagandistici? Io? Davvero?

Allora corro a controllare se qualche aula, magari meno autorevole, un po’ più nascosta, sia stata dedicata, per esempio, ai caduti di Nassyria. Non ne trovo traccia. Forse nessuno ha pensato a questa eventualità? Non posso pensarlo, in coscienza. La prego di credermi; spero, quindi, che la mia ricerca sia stata incompleta ed il risultato menzognero. Ma se così non fosse propongo ora, con la Sua limpida presa di posizione”, l’intitolazione di un’aula, lontana da quella del Giuliani, a “quelli” di Nassyria, al Presidente della Camera e/o della Camera.
Ma ho due proposte alternative anche se entrambe meritevoli di altrettanta considerazione ma capisco anche che, se dovessimo dare spazio ai cittadini meritevoli, le aule del Parlamento, a questo punto, dovrebbero essere più numerose delle stanze di Buckingam Palace:

1. Nel febbraio del 1972 in Alto Adige, durante una marcia in montagna, una slavina uccise 7 alpini della Brigata Alpina Orobica. In quell’anno, in nessuna forma,le Forze Armate ed i suoi esponenti potevano sperare in una qualche considerazione né in alcuna parvenza di giustizia, nel bene e nel male (chissà se l’On. Marini ricorderà: ho tanto piacere nel vederlo, talvolta, indossare, con fierezza, il Suo cappello da Artigliere da Montagna!).
I 7Alpini deceduti erano studenti, lavoratori, onesti servitori dello Stato. Meriterebbero un riconoscimento almeno pari a quello tributato a Carlo Giuliani?
Propongo ora di dedicare, con la Sua “limpida presa di posizione”, un’aula del Parlamento “Ai sette Alpini deceduti nell’incidente di valanga di Malga Villalta (BZ) del 12 febbraio 1972, a perenne ricordo, con loro, di tutti i soldati morti in pace in attività di servizio per il proprio paese e per il mantenimento della pace ovunque nel mondo”;

2. ho l’immagine di mio padre: lavoratore instancabile, padre e marito attento, scrupoloso, ligio nell’osservanza della legge tanto da essere, spesso, criticato per la sua incrollabile fermezza. Segretario Provinciale della Croce Rossa Italiana di Genova ai dedicò, anima e corpo nell’accoglienza e ricovero dei profughi ungheresi, vittime di quella pagina di storia che in questi giorni, nel cinquantesimo anniversario, viene,da molti, riletta criticamente. In lui vedo milioni di cittadini italiani, lavoratori nascosti; quelli che rendono l’Italia degna di essere chiamata paese civile. Ben più del povero Carlo Giuliani. Allora intitoliamo, con la Sua “limpida presa di posizione”, un’aula del Parlamento “A Rinaldo Palestro, a perenne apprezzamento, nella Sua persona, per quei cittadini che hanno speso e splendono la vita nel rispetto del prossimo della leggi approvate da questo Parlamento”.
Sappia, in ultimo, Signor Presidente, che chi ha l’ardire di scriverLe non è né è mai stato, schierato politicamente. Ha sempre, piuttosto, cercato di apprezzare le buone cose fatte da un qualsivoglia governo e, parimenti, criticato ciò che riteneva essere mal fatto qualsivoglia fosse la parte politica alla guida del paese. Non mi giudichi, inoltre, né un mitomane, né un perditempo perché cadrebbe in un imperdonabile errore di valutazione.

Per quanto riguarda il mio pensiero personale su Carlo Giuliani: lo giudico un povero ragazzo al quale non è stata data la possibilità di vivere come meritava e non per colpa di un altrettanto povero carabiniere di nome Placanica. Fossi il papà o la mamma di Carlo, solo Dio sa quali rimorsi mi porterei dentro! Troppo facile ricercare colpe in altri per salvarci l’anima.

In chiusura, Signor Presidente, una domanda: che messaggio deve dare ed a chi la considerazione per quel ragazzo cha ha spinto, anche Lei stesso, a caldeggiare, in tempi rapidissimi (un tutt’uno senatrice la mamma e l’intitolazione) la dedica di un’aula ad un ragazzo con un siffatto curriculum? Potrebbe essere un esempio per una scolaresca in visita”istruttiva” al Senato della Repubblica Italiana? Temo di essere cestinato. La ringrazio se avrà la bontà, prima di farlo, di dedicarmi qualche minuto del Suo tempo.

Con ossequio.

Gianluigi Palestro Generale di Brigata degli Alpini (ris.) da Analisi Difesa

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