3 febbraio 2007

DA VICENZA A SIGONELLA ECCO GLI APPALTI …..“ROSSI”


Località:Sigonella-Italia
Progetto: Fabbricati abitativi nella Base militare di Sigonella (NAS1-NAS2, Mega III) opera in corso(nella foto)
Ente: U.S.Navy
Importo Stimato: 52,3 milioni di Euro (NAS1-NAS2); 20,7 milioni di Euro (Centro Comm.le); 76,3 milioni di Euro (Mega III)

Gli affari con il Pentagono delle coop legate alla sinistra. Tra i
pretendenti ai lavori della nuova base vicentina la Cmc di Ravenna e
la Cmr di Ferrara. Spuntano anche Pizzarotti e la Ccc del Mose
Nell'ex aeroporto vicentino Dal Molin per il momento tutto ancora
tace, di ruspe non c'è ancora ombra anche se ieri l'ex generale
Luigi Ramponi ha annunciato che «i lavori cominceranno entro il
2007». E' probabilmente informato, il deputato di An ieri in visita
a Vicenza con la commissione Difesa del senato, visto che il
presidente del suo partito Gianfranco Fini è reduce da un incontro
con la segretario di Stato Usa Condoleezza Rice, con la quale ha
parlato anche della base vicentina. E per questo afferma che «appena
il governo avrà detto di sì partiranno gli appalti, anche perché ci
sono tempi stretti per il finanziamento statunitense». Per ora
l'unico elemento tangibile che mostra l'avvio del progetto per la
costruzione della nuova base è la lista delle imprese che continuano
a iscriversi alla gara d'appalto per la prima tranche dei lavori. La
torta è infatti di quelle appetitose: 680 milioni (230 nella prima
fase, il rimanente in una seconda) di investimenti previsti dal
Pentagono per costruire i 700 mila metri cubi di caserme, impianti
militari e logistici; 40 milioni per la costruzione di 61 villette a
schiera, di un albergo (10 milioni) e un campo da bowling; 52
milioni per tirar su un ospedale che sarà collegato con quello
vicentino. Il progetto prevede infatti la nascita di una vera e
propria cittadella autosufficiente, con centri commerciali e
palestre, case e una grande mensa per 1.300 persone e 454 posti a
sedere. A spulciare tra le 73 imprese (23 delle quali venete) che
finora hanno risposto alla «presolicitation notice», una specie di
invito a partecipare alla gara d'appalto lanciato dagli Stati uniti
il cui bando si chiuderà il 6 marzo, troviamo infatti «coop rosse»
come la Cmc (Cooperativa muratori cementisti) di Ravenna e la Cmr
(Cooperativa muratori riuniti) di Ferrara, ma anche la contestata
Pizzarotti di Parma, la stessa che nell'83 aveva vinto la gara per
l'installazione dei missili Cruise a Comiso e che da 25 anni
costruisce anche a Sigonella. O ancora la Ccc (Cantieri costruzioni
cemento) Spa, che tra i suoi fiori all'occhiello vanta la
partecipazione al Consorzio Venezia nuova che sta realizzando il
Mose nella città lagunare. Non che sia una novità assoluta, la
partecipazione di cooperative rosse a lavori per gli americani. Se è
vero che nelle basi Usa in Italia resiste ancora una «pregiudiziale
anticomunista» che impedisce ai lavoratori civili del nostro paese
di iscriversi ad esempio alla Cgil (come l'altro ieri ha denunciato
lo stesso sindacato di Corso d'Italia), è altrettanto vero che
questa appare caduta ormai da tempo per quel che riguarda il fronte
degli appalti, così come, viceversa, sull'altro versante di fronte
ai dollari non c'è antiamericanismo che tenga. La Cmr lavora infatti
da anni e con successo nelle basi Usa di Aviano, Camp Darby e nella
stessa Vicenza. Mentre la Cmc, la prima cooperativa di costruzioni,
la quarta impresa in Italia del settore, dopo alcuni appalti in
Cina, il ruolo da general contractor per l'ammodernamento della
Salerno-Reggio Calabria e l'appalto per il tunnel di Venaus che un
anno fa provocò la rivolta della Val di Susa contro l'alta velocità,
da almeno un decennio partecipa agli appalti legati alla base Usa di
Sigonella, in Sicilia. In particolare, ha preso parte al cosiddetto
piano Mega II, quello precedente all'attuale progetto che punta a
ridisegnare l'assetto urbanistico dell'insediamento militare
siciliano, che sarà trasformato «nella base più moderna del teatro
Mediterraneo».

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