14 gennaio 2007

Marzabotto 29 settembre 1944 – La Spezia 13 gennaio 2007


“Condannati al carcere a vita Paul Albers, 88 anni, aiutante maggiore di Reder; il sergente comandante di plotone Josef Baumann, 82 anni; il maresciallo delle SS Hubert Bichler, 87 anni; i sergenti Max Roithmeier, 85 anni, Max Schneider, 81, Heinz Fritz Traeger, 84, Georg Wache, 86, Helmut Wulf, 84; il maresciallo capo Adolf Schneider, 87 anni; il soldato Kurt Spieler, 81 anni. Tutti sono stati ritenuti colpevoli di concorso in violenza con omicidio contro privati nemici, pluriaggravata e continuata. Sono stati invece assolti per non aver commesso il fatto il caporale Franz Stockinger, 81 anni; il caporalmaggiore Gunther Finster, 82; i caporali Albert Piepenschneider, 83, ed Ernst Gude, 80; il sergente SS Hermann Becker, 87 anni; il caporalmaggiore Otto Erhart Tiegel, 81 anni e il sergente Wilhelm Kusterer, 84. Il Tribunale ha poi deciso la pena dell'isolamento diurno per tutti i condannati, per un periodo variabile tra uno e tre anni, e il risarcimento dei danni in favore delle parti civili per una somma complessiva di oltre 100 milioni di euro”.
Il principale responsabile della strage di Marzabotto resta il maresciallo Walter Reder già condannato all'ergastolo dal tribunale militare di Bologna nel 1951 e liberato nel 1985.
Non ho mai creduto e mai crederò al valore educativo di sentenze morali come quella pronuciata ieri sui fatti di Marzabotto. Il valore etico della sentenza e' ineccepibile e non si può contestarlo. Se invece qualcuno si illude che cose di questo tipo servano anche minimamente a scongiurare in futuro l'eventualita' che certi fatti si ripetano, si illude pericolosamente. Le punizioni per azioni del genere, per risultare esemplari, devono essere immediate e crudeli in diretta proporzione al crimine compiuto. Solo la paura di una punizione feroce, immediata e certa puo' essere utile per indurre un minimo di timore in chi imbraccia delle armi puntandole a persone disarmate.
Attenzione, non voglio essere frainteso. Io apprezzo il valore storico di certi processi. L'illusione pericolosa di cui parlavo prima e' quella che consiste nel pensare che possa valere un criterio di giustizia nei confronti militari tra popoli e nazioni. Quasi come se la guerra fosse una specie di sport, leggermente piu' violenta del calcio o della boxe , nel quale esiste un regolamento da invocare di fronte agli arbitri per ottenere le giuste punizioni. Niente di piu' sbagliato. La guerra, qualunque guerra sia, da chiunque condotta, e' solo la razionalizzazione utilitaristica della bestialita' e del male. Non esistono eserciti buoni ed eserciti cattivi. L'attribuzione degli aggettivi qualificativi e' un privilegio dei vincitori e raramente essi rinunciano ad utilizzarlo.
La profonda abiezione morale della dottrina nazista emerge con estrema chiarezza dalle pagine dove essa stessa si descrive. L'idea che possano esistere razze con diritti superiori ad altre, che i deboli debbano essere eliminati, che si debba procedere con scientifica determinazione all'estinzione di certi popoli e culture non richiede camere di consiglio per essere valutata. E' immonda. E' male assoluto.
Eppure anche eserciti che hanno marciato sotto le insegne di ideali luminosi come quelli della costituzione americana e quelli che portavano sul bavero la stella rossa di un comunismo che voleva la pace universale tra i popoli e la divisione paritaria di risorse ed opportunita', si sono macchiati di episodi di bestiale ferocia. Episodi che, grazie al risultato finale della competizione, sono stati rubricati come secondari, ma che comunque sono accaduti numerosi.
Una volta tanto mi sento di enunciare una verita' assoluta. Non esistono guerre pulite o guerre umanitarie. Le guerre possono essere fatte o subite. E' questa l'unica distinzione che riconosco. Chiunque affermi che sul pianeta esistono eserciti buoni o guerre giuste si rende autore di un ossimori criminali.
La vera valenza di processi come quello che si è svolto ieri, e' il loro contributo alla memoria. La vicenda di Marzabotto si svolse tra il 29 settembre ed il 5 ottobre del 1944,venne perpetrata dalla feroce “16 SS-Panzergrenadier-Division”. Il fatto che duro' piu' giorni, in diverse località quali Tagliadazza, Caparra, Castellano, Caviglia, Vado di Monzuno, Grizzana e, appunto, Marzabotto. e' la dimostrazione che non fu un'azione concitata durante la quale un comandante perse il controllo delle sue truppe, ma un'operazione studiata e organizzata.
Si parla di 800 vittime accertate e di oltre 1800 possibili. Il dato piu' agghiacciante sono i duecento bambini al di sotto dei dodici anni che sono stati trucidati. Ho cercato in rete ma non ho trovato un elenco dei nomi delle vittime. Mi sarebbe piaciuto pubblicarlo per testimoniare il fatto che a oltre sessanta anni dalla morte di queste persone c'e' ancora qualcuno che inorridisce per quello che si è verificato. Quasi sicuramente l'elenco esiste ma non e' on line.
Allora ho cercato dei link alle pagine che descrivono fatti e testimonianze. Ora passero' qualche minuto a leggerle. Probabilmente non serve a niente, ma se a Marzabotto fosse morto un mio parente, mi avrebbe fatto piacere che qualcuno spendesse venti minuti del suo tempo a capire come e perchè è accaduto.
Non si trova molto altro poi. La maggior parte sono link turistici e pubblicita' di bed and breakfast. L'Europa, per fortuna,è cambiata.

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