10 dicembre 2006
E’ Morto Augusto Pinochet
Augusto Pinochet Ugarte aveva 91 anni , capo di stato maggiore dell’esercito nel 1972 e comandante in capo l’anno successivo, nominato il 23 agosto 1973 dal presidente Salvador Allende.
L’11 settembre 1973, Allende morì in circostanze mai chiarite all’interno del palazzo presidenziale e il potere venne assunto da una giunta militare di cui Pinochet, anche nelle sue memorie, si dichiarò guida e ispiratore, secondo alcuni storici tuttavia il suo coinvolgimento sarebbe stato assai meno entusiasta e all’inizio avrebbe seguito la strada aperta da altri ufficiali, specie della Marina, più direttamente implicati nell’organizzazione del golpe.
Quel che è certo è che Pinochet assunse effettivamente la guida della giunta e nel 1974 si fece eleggere Capo dello Stato e Capitano generale delle Forze Armate. Seguirono 16 anni di terrore e repressione, con il sequestro e l’omicidio di migliaia di oppositori, anche in cooperazione con i governi di altri Paesi del «Cono Sur» Brasile, Uruguay, Paraguay e Argentina, tutti retti da regimi militari e impegnati nella cosiddetta «Operazione Condor» contro militanti della sinistra. In Cile, stando alle cifre di una Commissione di inchiesta indipendente, il numero di morti accertati e di «desaparecidos» supera i 3mila, le persone torturate sono almeno 28mila. Pinochet passò le consegne a Patricio Alwyn, non senza prima farsi nominare comandante in Capo dell’esercito e senatore a vita, carica che gli garantiva l’impunità giuridica. Nel 1998, nel corso di una visita in Gran Bretagna effettuata per motivi di salute, viene arrestato su mandato del giudice spagnolo Baltasar Garzon, accusato di gravi violazioni dei diritti umani e posto agli arresti domiciliari. Nella sua residenza ricevette la visita dell’ex premier Margaret Thatcher, che suscitò molte polemiche e molti dubbi sull’effettivo contributo cileno al conflitto delle Falkland, mai del tutto chiarito; successivamente, dopo sedici mesi di battaglie legali, i Lord diedero via libera all’estradizione - alla quale si era dichiarato contrario anche il governo cileno , ma l’allora ministro degli Esteri Jack Straw, la bloccò giustificando la decisione con il cattivo stato di salute dell’ex dittatore.
Tornato in patria, nel 2002 rassegnò le dimissioni da senatore a vita dopo che la Corte Suprema aveva stabilito che una forma di «demenza senile» gli impediva di affrontare qualsiasi processo, due anni dopo la sentenza venne revocata e da allora Pinochet è stato al centro di varie inchieste: la «Carovana della Morte», l’«Operazione Colombo», il caso «Villa Grimaldi» - tutte inchieste sulla sparizione, omicidio o tortura di oppositori del regime e il «Caso Riggs», nel quale è accusato di frode ed evasione fiscale.
Non si sa esattamente quanta gente sia stata uccisa dalle forze del governo e dei militari durante i 17 anni che rimase al potere, ma la Commissione Rettig elencò 2.095 morti e 1.102 "scomparsi". I dissidenti invece diedero stime molto più alte, fino a 80.000 morti.
La magistratura ha deciso di metterlo agli arresti domiciliari in attesa di processo per l’Operazione Colombo (nel quale viene accusato di sequestro e omicidio) e per il caso Villa Grimaldi, uno dei centri di tortura del regime.
Giudicare male Pinochet è lecito, per alcuni anzi doveroso. Emettere grida di giubilo e festeggiamenti no, altrimenti, insieme a Pinochet, muoiono il buon gusto e la decenza. Per giudicare gli uomini politici bisogna saper aspettare, adesso tutto questo potrà essere consegnato alla storia. La storia giudicherà, serenamente, gli errori di Allende e le colpe di Pinochet, simboleggiando con questi due nomi interi mondi che si sono scontrati.
Etichette:
Baltasar Garzon,
Margaret Thatcher,
Patricio Alwyn,
Salvador Allende
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento